Non c’è più tempo da perdere nella lotta ai tumori. Non basta solo sensibilizzare: serve un concreto piano d’azione. Lo afferma Franco Cavalli, presidente del World oncology forum (Wof) e del Comitato scientifico dell’European school of oncology (Eso) in occasione della Giornata mondiale contro il cancro, che si celebra oggi, e del lancio di un appello rivolto ai leader politici mondiali, il cui obiettivo è ridurre la mortalità mondiale di cancro del 25% entro il 2025.
«Il cancro è una delle principali cause di morte ovunque nel mondo» spiega Cavalli «lanciando questo appello non vogliamo solo sensibilizzare i leader mondiali al problema de l cancro ma presentare un concreto piano d’azione».
Ed è, infatti, di strategie che tratta il documento, invitando governi e responsabili politici a fare prevenzione, in primis con misure anti-tabacco, ma anche informando la popolazione «da quali tumori devono maggiormente difendersi e come ridurre il rischio di ammalarsi», e attuando «strategie scientificamente valide, compresi i vaccini, per combattere i tumori causati dalle infezioni».
I governi dovranno, inoltre, intervenire sui tumori curabili con specifici programmi di diagnosi precoce e accesso a indagini diagnostiche, trattamenti e cure palliative, di dimostrata efficacia. Vanno sostenuti anche coloro che convivono con il cancro, offrendo un controllo del dolore ottimale e riconoscendo loro un ruolo attivo nelle decisioni politiche che li riguardano.
«Ciò che il Wof ha evidenziato» conclude Umberto Veronesi, fondatore della Eso «è che nella lotta al cancro finora ognuno si è concentrato sul proprio campo: i ricercatori sullo sviluppo di farmaci, i clinici sull’anticipazione diagnostica e le tecniche terapeutiche, i palliativisti sul controllo del dolore e così via. Manca una visione globale del problema e non esiste un soggetto globale, un organismo che coordini la molteplicità di interventi che la lotta al cancro richiede.
A livello internazionale, per esempio, il cancro rientra genericamente tra le malattie non trasmissibili e non ha un Ufficio specifico neppure all’interno dell’Oms».
Simona Zazzetta